Curare la sclerosi multipla utilizzando le stesse cellule staminali impiegate per sconfiggere il cancro potrebbe essere possibile. A questo importante obiettivo ci stanno lavorando – attraverso uno studio clinico internazionale – i ricercatori del Royal Hallamshire Hospital di Sheffield (Uk), della Northwestern University e del Centro Medico della Rush University di Chicago (Usa), l’Università di San Paolo (Brasile) e quella di Uppsala (Svezia) e i risultati sembrano incoraggianti: alcuni pazienti paralizzati dalla malattia sarebbero riusciti a riprendere a camminare proprio grazie a questo trattamento, che resettando il sistema immunitario e riavviandolo in uno stato antecedente rispetto alla comparsa della malattia potrebbe invertire la disabilità associata.
Il trattamento in corso di sperimentazione è il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche: significa che le staminali del sangue vengono prelevate dallo stesso paziente in cui verranno trapiantate. Ma prima di precedere al loro reinserimento, il sistema immunitario malfunzionante viene eliminato attraverso un trattamento chemioterapico. L’approccio è già utilizzato contro alcune forme tumorali, ma nel caso della sclerosi multipla permette di sostituire le cellule difettose con altre in uno stadio di sviluppo talmente precoce da non presentare ancora le alterazioni che portano alla malattia.
Secondo i ricercatori i costi del trattamento sarebbero paragonabili a quelli di altri attualmente utilizzati per far fronte alla malattia (circa 40 mila euro all’anno), tuttavia i ricercatori sottolineano che il trapianto di staminali potrebbe non essere efficace per tutte le forme della malattia. Inoltre si tratta di un trattamento aggressivo associato a rischi significativi e i ricercatori suggeriscono nuove ricerche per accertarne la sicurezza e l’efficacia a lungo termine. Per il momento altri studi, come quello statunitense recentemente pubblicato su Jama Neurology, ha svelato che a oltre 3 anni di distanza da un trapianto di staminali ematopoietiche l'86% dei pazienti con sclerosi multipla non presenta segni di ricadute e che il 91% non mostra alcun segno di progressione della malattia.
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