“Sto perdendo la vista e non posso farci niente, ma sento che sto vedendo tutto ciò che conta”. Sono le parole di Lara Miller, 35enne australiana, che durante un normale controllo della vista, a 18 anni, ha scoperto di avere la retinite pigmentosa, una malattia degenerativa che le causa una accentuata visione a tunnel e cecità notturna, entrambe in continuo peggioramento. Ne racconta la storia la testata Redattore Sociale.
Per Lara non è stato facile fare i conti con la malattia e con il progressivo deterioramento della vista, ma – come racconta sul suo blog - la sua prima reazione è stata di accettare la diagnosi: “Ho incoraggiato me stessa a rivalutare il mio stile di vita, ho lasciato l’università e ho cambiato l’aspirazione ad avere una carriera con quella di cercare esperienze, magari non tradizionali, che avrebbero potuto arricchirmi da un altro punto di vista”. E così ha cominciato a viaggiare. Il primo viaggio oltreoceano è arrivato grazie a uno zio che le ha regalato una vacanza a Bali, per essere stata “una ragazzina coraggiosa”. Da qui Lara ha girato il mondo, raccogliendo centinaia di memorie, sottoforma di esperienze, amicizie, fotografie e realizzando un sogno: vedere più cose possibile, finché ancora ne è in grado. Dopo Bali, lei e il marito David hanno viaggiato per 200 giorni attraverso l’Europa, occupando il loro tempo, “scattando fotografie, mangiando, scrivendo, camminando, incontrando persone e immergendoci nella vita locale”. La prima tappa è stata l’Italia: sei settimane tra costiera amalfitana, Pompei, Roma, Firenze e la Toscana. Poi Svizzera, Svezia, Inghilterra, Irlanda e Norvegia. Ora è volata in Thailandia. Nel suo profilo di Instagram – seguito da oltre 100 mila persone – Lara pubblica foto di panorami, architetture, persone, cose, animali.
“Sono una persona con problemi visivi e, in viaggio, devo ricordarmi di ridere”, scrive sul suo blog. Racconta ad esempio di quando, sulla costiera amalfitana, ha avuto bisogno dell’aiuto di un anziano signore italiano per affrontare una scalinata con oltre 100 scalini o della fotografia che ritrae il momento in cui è riuscita a inciampare nell’unico tronco presente su una altrimenti deserta spiaggia di sabbia nera in Islanda. Grazie agli scatti del marito, Lara riesce a vedere più di quanto la circonda, incorniciato in un modo diverso. “In Islanda – scrive – non ho potuto vedere direttamente l’aurora boreale. Sono rimasta lì, al buio, tenendomi al treppiede che mio marito aveva piazzato per catturare l’immagine di quel turbinoso fenomeno. Ho ascoltato gli altri muoversi liberamente nell’oscurità sulla cima di quella montagna gelida e ventosa e ho vissuto un momento di profonda tristezza, ricordandomi di quanto poco io riesca a vedere adesso”.
Lara non sa se e quando diventerà completamente cieca, e questo la spaventa, ma restare immobile, non fare esperienze, non amare e non viaggiare sarebbe ancora più terribile.
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