La sua storia è stata pubblicata nel numero di Ottobre di Ok Salute

“Ho scalato una montagna, ma ne valeva la pena”. Comincia così la storia che Giovanna Corder racconta nel numero di ottobre del mensile Ok Salute. È il racconto di una donna che a causa di una malattia rara ha perso sua padre e che per la stessa malattia ha rischiato di perdere anche la sua vita quando aveva ancora una bambina piccolissima. La montagna che Giovanna ha scalato si chiama Fibrosi Idiopatica Polmonare che lei chiama ‘la bestia nera’. Nell’88 si era portata via suo padre, Giovanna ne ricordava bene i sintomi, ma mai avrebbe pensato che quella malattia rara potesse bussare di nuovo alla sua porta. “E invece la ritrovai nel marzo 1994. Ero incinta, Elena sarebbe dovuta nascere dopo circa 20 giorni”. All’inizio nessuno riconobbe la malattia per quella che era, la diagnosi arrivò solamente tre anni e molte visite dopo per quella tosse che si faceva sempre più insistente e quella sensazione continua di fiato corto. Era l’11 settembre 2001 quando fui inserita nella lista d’attesa per il trapianto di polmoni e cominciò il conto alla rovescia, bisognava trovare un donatore compatibile prima che il tempo di Giovanna scadesse,  e trovare polmoni adatti al trapianto non è facile come spiega bene nell’articolo di Ok Salute il Prof. Luca Richeldi chiamato a spiegare che cos’è la malattia.
Giovanna è stata fortunata perché per lei il donatore è arrivato: era il 5 aprile 2003.
“Entrai in sala operatoria con la ‘bestia nera’ e ne uscii ore dopo con i miei ‘bambini bianchi’, i nuovi polmoni e con loro una nuova vita”.  Da allora, attraverso la strada difficile che comunque bisogna fare dopo un trapianto, Giovanna ha ripreso in mano la sua vita, non vive più attaccata all’ossigeno e come non si stanca mai di dire la sua è una vita meravigliosa. Giovanna non si è però dimenticata di chi è nelle sue stesse condizioni, dopo anni di giri per gli ospedali ha conosciuto altre persone affette da Fibrosi Idiopatica Polmonare o da altre malattie che rendono necessario il trapianto e così ha creato l’Unione Trapiantati Polmone di Padova.

Giovanna è stata forte, determinata e fortunata nel trovare un donatore quando ancora il suo fisico era in grado di reggere un trapianto, non per tutti ad oggi è così. Fino ad ora infatti non esisteva alcun farmaco in grado di rallentare la progressione della malattia e dunque aiutare i pazienti ad attendere quanto più possibile che fosse disponibile un donatore. Ora le cose stanno cambiando in meglio. Giù da qualche mese infatti è stato autorizzato al commercio un farmaco orfano, il Pirfenidone prodotto da Intermune, che dovrebbe essere disponibilie a breve sul mercato italiano, altri farmaci sono poi in avanzata fase di sperimentazione. Una speranza di sopravvivenza in più per i pazienti affetti dalla malattia anche se un grosso aiuto potrebbe venire anche da una maggiore sensibilità verso la donazione degli organi.

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