Uno studio coreano ha esaminato ottanta pazienti: notevoli i miglioramenti nella scala Rankin
SEOUL (COREA DEL SUD) – Il farmaco rituximab si è dimostrato efficace e sicuro come seconda linea di immunoterapia per una rara malattia neurologica – l'encefalite limbica autoimmune – indipendentemente dallo stato degli autoanticorpi. Un'ulteriore terapia mensile con rituximab potrebbe addirittura potenziare l'efficacia del farmaco. Sono i risultati a cui è giunto un gruppo di ricercatori dell'Università di Seoul, pubblicati recentemente sulla rivista scientifica Neurology.
Lo studio fornisce una prova di Classe IV che rituximab migliora i punteggi della scala Rankin modificata per i pazienti con encefalite limbica autoimmune che non rispondono alla terapia di prima linea.
Ottanta pazienti che erano stati trattati con rituximab come seconda linea di immunoterapia, sono stati reclutati dal Registro coreano dell'encefalite autoimmune sinaptica e paraneoplastica, e altri 81 pazienti che non avevano assunto il farmaco sono stati esaminati come controllo. I pazienti sono stati raggruppati in base alla diagnosi o al tipo di anticorpi; sono stati valutati inoltre i dati clinici e di laboratorio sull'immunoterapia di prima linea, i profili di trattamento con rituximab e gli esiti principali, definiti come miglioramenti nel punteggio della scala Rankin modificata, e punteggi favorevoli (0-2) all'ultimo follow-up.
Si sono verificati miglioramenti funzionali più frequentemente nel gruppo rituximab rispetto al gruppo di controllo. Nei pazienti che avevano assunto il farmaco, 30 (il 37.5%) avevano autoanticorpi sinaptici, 15 (il 18,8%) autoanticorpi paraneoplastici, e 35 (il 43,8%) erano anticorpo-negativi. L'effetto di rituximab si è dimostrato uguale, indipendentemente dallo stato degli autoanticorpi. Un'ulteriore terapia mensile con rituximab e una risposta parziale alle immunoterapie di prima linea sono state associate a miglioramenti sia nei punteggi della scala Rankin modificata che a punteggi favorevoli al follow up. Non sono stati riportati gravi effetti avversi infettivi o correlati all'infusione del farmaco.
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