Nonostante la crisi i fondi messi a disposizione sono il 9 per cento in più

Da Telethon oltre 27 milioni di euro per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, il 9 per cento in più rispetto all’anno passato. Di questi, 15 milioni sono destinati al supporto di programmi e progetti svolti in laboratori distribuiti sull’intero territorio nazionale. Con l’assegnazione dei fondi da parte della Commissione medico scientifica internazionale, che si è riunita a giugno, sono complessivamente 40 i progetti di ricerca finanziati quest’anno, per un totale di 101 laboratori di ricerca. Buona parte degli studi coinvolgono infatti più gruppi, a conferma di quanto la sinergia sia importante nel raggiungimento dei risultati. Cresce inoltre il network Telethon delle biobanche genetiche, risorse fondamentali per la ricerca e la diagnostica, che ad oggi conta 10 centri.

I fondi sono una parte dei 27 milioni stanziati nel 2011

Buone notizie per la ricerca scientifica in Umbria, Telethon metterà infatti a disposizione ben 140mila euro di fondi per provvedere a trovare soluzioni a malattie genetiche ancora incurabili.

L’inizio delle attività è previsto entro quest’anno.

Nasce a Messina Fondazione Aurora Onlus, l'ente senza scopo di lucro che curerà la gestione del Centro Clinico NEMO SUD, nuovo punto di riferimento per le persone con malattie neuromuscolari del Sud Italia e le loro famiglie che sorgerà presso il Policlinico AOU G. Martino entro il 2011. Un atto ufficiale con cui lo stesso Policlinico, la città di Messina e la Sicilia assumono un ruolo strategico molto importante nella lotta alle patologie neuromuscolari. Soci Fondatori del nuovo ente sono UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Fondazione Telethon, il già citato Policlinico e l'Università di Messina. Immediata adesione e pieno supporto all'iniziativa, poi, sono arrivati dalla Regione Siciliana.

È il co – fondatore di Newron, biofarmaceutica focalizzata su malattie del sistema nervoso centrale

La Commissione Direttiva di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, ha eletto Luca Benatti (Newron Pharmaceuticals) Vice Presidente di Assobiotec. Luca Benatti subentra a Marina Del Bue (MolMed), che lascia l’incarico per i crescenti impegni aziendali, continuando però a far parte del Comitato di Presidenza.
Luca Benatti affiancherà Riccardo Palmisano (Genzyme), già Vice Presidente delegato dell’Associazione. A Benatti sarà anche affidato il coordinamento del Gruppo di Lavoro Finanziamenti e Sviluppo di Impresa.

Il caso dell’ipertensione arteriosa: perché le terapie funzionano solo in un terzo dei pazienti.

Di Giuseppe Bianchi, professore emerito presso l’Università “Vita Salute” San Raffaele di Milano e direttore scientifico dell’Istituto per la ricerca cardiovascolare Prassis Sigma-Tau
“L’ipertensione arteriosa che si sviluppa attraverso una molteplicità di meccanismi genetico ambientali, rappresenta un fattore di rischio di malattia cardiovascolare che interessa circa 1 miliardo di persone nel mondo che diventeranno 1,6 miliardi nel 2025. Almeno due dozzine di farmaci anti ipertensivi sono a disposizione del medico, però manca la metodologia per somministrare il farmaco giusto che sia in grado di bloccare gli specifici meccanismi geneticomolecolari operanti nel singolo paziente o in sottogruppi di pazienti. Questa carenza è alla base degli scarsi risultati nella popolazione generale degli ipertesi dove solo un terzo dei pazienti ha la sua pressione arteriosa controllata dalla terapia”. E’ proprio prendendo come paradigma questa diffusa e nota malattia che il prof. Giuseppe Bianchi dell’Università ‘Vita Salute’ San Raffaele di Milano ha affrontato l’argomento della complessità delle malattie multifattoriali nel corso della conferenza pubblica tenutasi domenica scorsa nell’ambito di Spoletoscienza, l’appuntamento annuale organizzato da Fondazione Sigma Tau.

Prof. Ben Van Ommen: “La sfida passa per le 4 P: Prevenzione, personalizzazione, predizione e partecipazione”.

“Il metabolismo è collegato alla salute e alla malattia. Il nostro corpo ha costantemente bisogno di energia, e il logorio al quale è sottoposto richiede una continua manutenzione delle cellule. Questa manutenzione si chiama metabolismo. Il metabolismo trasforma l’energia derivata dal cibo (carboidrati, grassi, proteine) in energia utilizzabile, immagazzina temporaneamente quella in eccesso e, nel frattempo, produce gli elementi che andranno a costruire gli enzimi, il Dna, le membrane e tutte le altre molecole necessarie per mantenere uno stato di salute ottimale. Questo meccanismo è molto complicato, magnificamente strutturato e ben equilibrato” .Con queste parole Ben Van Ommen, scienziato capo al TNO, tra i maggiori centri di ricerca indipendenti nel settore della nutrizione e professore alla Faculty of Science, Leiden/Amsterdam Center for Drug Research, Analytical BioSciences (NL), ha cominciato il suo intervento domenica scorsa nel corso del dibattito sulla medicina personalizzata organizzato da Fondazione Sigma Tau nell’ambito di Spoletoscienza.

Di Guido Barbujan, professore al dipartimento di Biologia ed Evoluzione dell'Università di Ferrara.

E' corretto parlare di razze quando si parla degli esseri umani? Il 99 per cento del DNA è uguale per tutta l'umanità, basta dunque quell'1 per cento di differenza per determinare le diverse carattestiche degli uomini. Di questo ha parlato il prof Barbujani domenica scorsa nell'ambito della conferenza pubblica organizzata da Fondazione Sigma Tau nell'ambito dell'appuntamento annuale di Spoletoscienza. Quello che segue è il suo intervento.
"Siamo tutti differenti, non c’è dubbio. Abbiamo diverse conformazioni del cranio e dello scheletro, stature e pesi diversi. Anche lasciando stare la personalità e la psiche, caratteristiche interessanti ma difficili da descrivere in termini scientifici, sono diversi i colori dei nostri capelli e della nostra pelle, e sono diverse le proteine che costituiscono le nostre cellule, le fanno funzionare e moltiplicare. Alcuni di noi invecchiano più precocemente, altri meno. E ognuno ha un diverso rischio di contrarre malattie infettive o di sviluppare malattie ereditarie, così come, curandosi con le stesse medicine, una diversa tendenza a guarire oppure a manifestare disturbi collaterali".

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