Il nuovo saggio di Cinzia Pilo propone un metodo rivolto alle aziende, ai manager e alle persone che vogliono essere più inclusive
Le aziende possono pensare al solo obiettivo del profitto o sono chiamate oggi a riscoprire un ruolo più responsabile nel rispetto delle persone e del pianeta? Sono pronte ad avere un ruolo attivo nel cambiamento sociale e politico? Da queste domande si snoda il ragionamento di Cinzia Pilo, racchiuso nel suo nuovo saggio “Mind the Gap – Unicità e inclusione per il miglioramento delle performance sociali e di governance nelle aziende” (240 pagine, Dario Flaccovio Editore).
“Il libro affronta il tema della discriminazione considerata a 360 gradi su molte categorie: donne, persone con disabilità, persone queer (LGBTQ+), persone di diversa età, etnia o provenienza geografica”, spiega l'autrice, manager con più di vent'anni di esperienza in ambito finanziario e dei pagamenti digitali in grandi multinazionali. Da anni Cinzia Pilo è presente nella lista delle Unstoppablewomen di Startup Italia, le donne che stanno cambiando l’Italia con l’innovazione. Dopo una lunga attività su basi volontarie e filantropiche, ha lasciato il mondo finanziario e ha deciso di dedicare le sue competenze e il suo tempo esclusivamente a progetti, enti, aziende e persone che aderiscano ai principi etici di tutela dell’ambiente e di rispetto dei diritti umani e delle diversità.
Cinzia Pilo è nota per le sue battaglie nell'ambito delle malattie rare e, in particolare, dell'epidermolisi bollosa: è infatti madre di un “bambino farfalla” e presidente di Debra Italia ETS e Fondazione REB ETS (entrambe facenti parte dell'Alleanza Malattie Rare).
“Mind the Gap” conduce il lettore attraverso un percorso riccamente documentato, un’attenta analisi che rivela le origini storiche e culturali delle discriminazioni, in particolare quelle di genere, e spiega come queste, a partire dalla società, si riflettano nelle aziende e nella rappresentazione delle categorie discriminate al loro interno, sia nei numeri dell'occupazione che nei ruoli ricoperti. Il saggio presenta infatti dati e studi pubblicati da autorevoli università che dimostrano l'esistenza delle discriminazioni sia nella società che nelle aziende. Altri temi trattati sono il linguaggio, le leggi (ad esempio quelle che riguardano la cosiddetta disabilità e il nuovo approccio dell’ONU), le manifestazioni culturali e la censura.
Cinzia Pilo, infine, ricava dalla sua esperienza personale un approccio innovativo denominato C.O.R.S.A., dedicato ad aziende, manager e persone che vogliano essere più inclusive, e spiega come declinare l’approccio per raggiungere risultati concreti. Il metodo proposto si basa su cinque semplici fasi, tutte unite da un unico fil rouge: mettere al centro della vision aziendale la responsabilità sociale.
“Valorizzare l'unicità di ogni persona, oltre ad essere un valore morale, può davvero fare la differenza”, sottolinea. “L’unicità di un’azienda che punta a migliorare non solo i suoi profitti ma anche le prestazioni di governance parte dalla sua visione, e renderla sempre più inclusiva e contro ogni discriminazione sociale è il tentativo futuro di far convergere gli interessi del business e del terzo settore. La sostenibilità delle aziende dovrebbe essere misurata andando oltre i report d’impresa, ma applicando il concetto della Triple Bottom Line: questa teoria ha scardinato il principio su cui si è basata tutta la scienza economica sino agli anni Ottanta, cioè che lo scopo del business fosse solo fare profitto”, prosegue l'autrice. “La teoria della Triple Bottom Line introduce infatti il concetto che lo scopo del business debba essere triplice, ovvero debba unire al profitto anche il rispetto per il pianeta e le persone (il principio delle tre nuove P introdotte nelle teorie economiche: Planet, People, Profit)”.
Il quarto capitolo del libro, infine, ospita sotto forma di interviste il contributo di figure autorevoli su queste tematiche: quelli di Vera Gheno (sociolinguista), Andrea Fagnoni (Chief Client Officer IPSOS e co-fondatore dell’Osservatorio Civic Brands), Mattia Abbate (giornalista e attivista, che quest'anno ha partecipato alla campagna di OMaR “#TheRAREside – Storie ai confini della rarità”), Annalisa Galardi (fondatrice di The Bravery Store e docente di Comunicazione d’impresa all’Università Cattolica di Milano), Letizia Magnani (giornalista e scrittrice), Roberto Barbieri (Direttore Generale di Oxfam Italia) e Paola Polliani (avvocata).
Il saggio è acquistabile sul sito dell’editore Dario Flaccovio e su tutte le piattaforme online, come Amazon, Feltrinelli e Mondadori.
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