L'esercito degli immuni, secondo le fake news, comprende bambini, extracomunitari e chi vive in nazioni dal clima secco. La verità è che nessuno può ritenersi al sicuro
C'è chi sostiene che il Coronavirus sia democratico, perché colpisce persone di tutte le nazioni e tutte le etnie, maschi e femmine, giovani e vecchi, ricchi e poveri. Altri, come Camillo Langone sul Foglio, lo ritengono “nazi-darwinista”, nonché sessista e classista. C'è del vero in entrambi i pareri, ma sicuramente il requisito di far parte della razza umana (degli animali parleremo un'altra volta) è più che sufficiente per essere soggetti al contagio. Questa, purtroppo, è la realtà, ma nel mondo delle bufale ci sono diverse categorie di persone che si salverebbero dal virus, grazie a fantomatici fattori genetici o ambientali.
Ma lasciamo da parte le opinioni e affidiamoci ai dati dell'Istituto Superiore di Sanità, aggiornati al 9 aprile: parliamo quindi delle caratteristiche epidemiologiche della popolazione italiana, che possono essere anche notevolmente diverse da quelle rilevate in altre nazioni.
MASCHI E FEMMINE
Ed ecco subito la prima sorpresa: finora abbiamo sentito dire che il virus colpisce più gli uomini rispetto alle donne. Non è proprio così: entrambi i sessi sono soggetti al contagio allo stesso modo: finora sono stati registrati 65.087 casi nelle femmine (il 47,9%) e 70.726 nei maschi (il 52,1%). Il decorso della malattia, però, è molto più grave nei maschi, e i dati sui deceduti parlano chiaro: 11.164 maschi e 5.474 femmine; il tasso di letalità è dunque del 15,8% contro l'8,4%. Sul motivo di questa enorme disparità, presente anche a livello globale, si sono fatte varie ipotesi, ma sono gli stessi esperti ad ammettere di non avere alcuna certezza.
BAMBINI E ANZIANI
Passiamo all'età: ormai sappiamo tutti che il COVID-19 non colpisce solo gli anziani. Fra l'altro, da che anno in poi si diventa anziani? Non c'è una definizione univoca. Ad ogni modo, in Italia l'età media dei casi è di 62 anni, quindi non stiamo parlando di vegliardi. Ma anche qui, se passiamo dai dati sui contagi a quelli sui decessi, scopriamo che solo il 4,9% delle vittime aveva meno di 60 anni. C'è chi sostiene che i bambini non si possano ammalare, ma purtroppo non è così. Anche loro possono essere infettati e sviluppare la malattia, anche se i casi sono relativamente pochi: 2.370 sotto i vent'anni. Nella stessa fascia d'età c'è solo una persona deceduta, una bimba altoatesina di 5 anni: insieme a un altro bambino inglese, è al momento la più giovane vittima del virus nel mondo.
CLIMA ED ETNIE
Come abbiamo spiegato pochi giorni fa, con l'intervista al dr. Luigi Ruffo Codecasa, il vaccino per la tubercolosi non rende immuni al Coronavirus: la tubercolosi, fra l'altro, è provocata da un batterio e non da un virus. Gli extracomunitari, quindi, non sono al riparo dal contagio: tutti si possono ammalare, indipendentemente dall'etnia. Altri sostengono che abitare in zone con un clima caldo e umido comporti un rischio maggiore. Per capire che non è così basta guardare l'elenco degli oltre 180 Paesi dove si contano casi di Coronavirus: ad oggi, solo in 15 Stati non si è verificato nemmeno un caso, ma si tratta perlopiù di remote isole dell'Oceania o di nazioni come la Corea del Nord, dove l'assenza del COVID-19, a fronte di 26 milioni di abitanti, è del tutto inverosimile.
FUMO E ALCOL
I fumatori rischiano più degli altri di ammalarsi di Coronavirus? Secondo l’OMS è probabile che siano più vulnerabili per due motivi: l'atto del fumo fa sì che le dita (ed eventualmente le sigarette contaminate) siano a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. I fumatori, inoltre, possono anche avere già una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite. Dal fumo all'alcol: qualcuno ha pensato che, se ci viene consigliato di lavarci le mani con una soluzione a base alcolica, potremmo ottenere la stessa azione disinfettante bevendo un po' di vino o di whisky, a beneficio della pulizia dei nostri organi interni. Ovviamente non è così, ed esagerare fa sempre male: tuttavia – ma questo non lo dice l'OMS – per festeggiare la fine del lockdown sarà consentito brindare.
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