LONDRA (REGNO UNITO) – Un gruppo di studiosi inglesi ha valutato se l’aggiunta di peginterferone alfa-2b sottocutaneo per 26 settimane possa ridurre la necessità di corticosteroidi sistemici e dei convenzionali farmaci immunosoppressori nei pazienti con malattia di Behçet. I risultati sono stati resi noti sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.

Lo studio multicentrico randomizzato è stato condotto in pazienti con malattia di Behçet che richiedevano una terapia sistemica. I pazienti sono stati destinati in modo casuale a ricevere per 26 settimane peginterferone alfa-2b in aggiunta alla loro terapia standard, o solo la terapia standard, e sono stati seguiti ogni sei mesi per tre anni con il metodo Behçet Disease Activity Score e con i questionari sulla qualità della vita. Ai pazienti di un centro è stato prelevato il sangue per misurare le cellule T regolatorie e le cellule Th17.

Settantadue pazienti sono stati inclusi nello studio. Nei mesi 10-12, mentre fra l’intera popolazione di pazienti non vi era alcuna differenza tra i gruppi di trattamento nella dose di corticosteroidi o nell’uso di immunosoppressori, l’analisi post hoc ha rivelato che nei pazienti che assumevano corticosteroidi al basale, il requisito di corticosteroidi era significativamente più basso nel gruppo peginterferone alfa-2b (6,5 mg al giorno) rispetto al gruppo non-interferone (10 mg al giorno). Inoltre, c’è stata una tendenza verso un miglioramento della qualità della vita che si fa rilevante a partire dai 36 mesi. Questo è stato associato ad un aumento significativo delle cellule T regolatorie e ad una diminuzione delle cellule Th17, che erano ancora presenti un anno e sei mesi dopo che l’interferone era stato sospeso. Il profilo di sicurezza è risultato simile, con eventi avversi nel 10% dei pazienti in entrambi i gruppi.

L’aggiunta di peginterferone alfa-2b al regime farmacologico dei pazienti con malattia di Behçet non ha quindi ridotto in modo significativo la loro dose di corticosteroidi richiesti a 1 anno. Tuttavia, in quelli che assumevano corticosteroidi al basale, l’analisi post hoc ha dimostrato che l’aggiunta di peginterferone alfa-2b ha determinato una significativa riduzione della dose di corticosteroidi, un significativo miglioramento della qualità della vita e la tendenza a ridurre la necessità di altri agenti immunosoppressivi. Questo effetto è stato osservato a 1 anno e associato ad un aumento delle cellule T regolatorie, suggerendo una possibile modalità per l’azione dell’interferone.

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