La celocentesi rappresenta un importante passo avanti per tutte le persone portatrici di talassemia, tanto che la tecnica è stata premiata pochi giorni fa come ‘migliore idea innovativa’ nel corso dell’Expobit 2010, il Salone Euromediterraneo dell’Innovazione Tecnologica di Catania. Siamo dunque di fronte ad una eccellenza della ricerca italiana, avvenuta all’interno di un centro ospedaliero pubblico ma grazie al sostegno forte ed esclusivo di una realtà privata del non profit, la Fondazione Cutino. “Questa ricerca – ha detto Giuseppe Cutino, presidente dell'omonima associazione dedicata alla sorella morta di talassemia – è costata oltre 70 mila euro in 3 anni, i risultati dimostrano che sono stati ben spesi. Ora stiamo ultimando la costruzione all’Ospedale Cervello di Palermo di un nuovo padiglione per la talassemia con un piano adibito a casa albergo per le famiglie dei pazienti. Per questo risultato dobbiamo ringraziare anche altre realtà, tra le quali Enel Cuore onlus, l’Assessorato alla Salute della Regione, la stessa Azienda Ospedaliera e Rosario Fiorello nostro testimonial per il sostengo che ci hanno dato”.

“Quello di oggi è un risultato che ci permette di guardare con grande ottimismo al futuro – ha detto l'europarlamentare Rita Borsellino, presidente onorario della Fondazione Cutino – un risultato che è frutto della lungimiranza della ricerca medica e del contributo fondamentale di chi, come la Fondazione Piera e Franco Cutino Onlus, si spende a sostegno di progetti di ricerca e per l’assistenza ai malati e alle loro famiglie”.  
In un periodo poi in cui di sanità si parla sempre in occasione di eventi spiacevoli o di problemi di bilancio la presentazione di questa importante novità deve essere l’occasione per puntare i riflettori anche su quello che funziona, come ad esempio l’assistenza che da anni la Regione Sicilia mette in campo verso i talassemici.
“Il sistema sanitario regionale siciliano è uno di quelli più attenti verso la malattia - ha detto Massimo Russo, assossore siciliano alla Sanità - siamo l’unica regione ad avere un registro completo delle emoglobinopatie e un sistema che prevede contributi ai malati e anche alle associazioni che se ne occupano. Nonostante ciò non vogliamo sottrarci allo sforzo di un miglioramento dell’assistenza e per questo abbiamo aperto un tavolo tecnico con medici e rappresentanti dei malati e finanziato un progetto sperimentale di Ospedale a domicilio”.

 

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