Studio olandese sostiene che la SLA sia causata da mutazioni combinate in un numero limitato di geni
Olanda - La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia a eredità complessa, in quanto sia fattori genetici che ambientali contribuiscono al suo sviluppo, le cause genetiche inoltre sono particolarmente difficili da studiare perché questa patologia presenta penetranza incompleta, alcuni individui portatori delle mutazioni scatenanti infatti non manifestano la malattia. Uno studio olandese del Dipartimento di Neurologia dell'Istituto di Neuroscienza Rudolf Magnus di Utrecht e pubblicato sul giornale Human Molecular Genetics ha portato nuove prove a favore dell'ipotesi che la malattia abbia una base oligogenica, cioè che sia causata dall'effetto combinato di mutazioni presenti in un numero ristretto di geni.
I ricercatori hanno analizzato diverse mutazioni presenti in geni coinvolti nello sviluppo della SLA in individui affetti dalla forma famigliare e sporadica, le mutazioni sono state individuate nel 48 per cento dei pazienti affetti da forma famigliare e nell'8 per cento dei pazienti sporadici. In 5 delle 97 famiglie analizzate si sono inoltre osservate mutazioni multiple, in particolare la metà degli individui analizzati che presentavano la mutazione del gene TARDBP, codificante per una proteina di attacco al DNA, portavano mutazioni addizionali a carico di altri geni coinvolti nello sviluppo della SLA.
Anche in questo caso è stata osservata penetranza incompleta e gli autori suggeriscono che potrebbe essere necessaria una seconda mutazione per lo sviluppo della patologia.
Alcune mutazioni studiate, inoltre, possono avere effetti molto diversi, per esempio la mutazione di C9orf72, un'espansione del cromosoma 9, in alcuni casi causa SLA, in altri causa demenza fronto-temporale e in altri ancora porta allo sviluppo di entrambe le patologie.
La mutazione del gene ANG, che codifica per l'angiogenina, proteina coinvolta nella formazione dei vasi sanguigni, invece, è coinvolta anche nello sviluppo del morbo di Parkinson. Questo, spiegano gli autori, significa che le mutazioni non sono direttamente patogene ma conferiscono un fattore di rischio e che esistono numerosi altri fattori genetici ancora sconosciuti.
Questo studio apre la strada alla ricerca di altri geni coinvolti ed è particolarmente interessante per studi futuri poiché spesso, nelle analisi delle mutazioni che causano SLA, gli individui con una mutazione conosciuta vengono esclusi dalla ricerca di altre, mentre è possibile che queste siano presenti.
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