Sono 15 mila gli italiani che soffrono di retinite pigmentosa, una malattia rara, ereditaria e degenerativa che porta alla cecità. La malattia ha un decorso diverso a secondo dei casi, manifestandosi ad età diverse ma comportando effetti sempre più invalidanti sulla vita quotidiana del paziente. Oggi una speranza, più che concreta, arriva dall'occhio bionico (protesi retinica 'Argus II') prodotto dall'azienda Second Sight. Jeroen Perk, ormai cieco a causa della retinite pigmentosa, si è sottoposto nel 2013 all'intervento per l'impianto dell'occhio bionico. Oggi, come dimostra anche un video, Perk è in grado di tirare con l'arco e centrare il bersaglio e di compiere azioni che prima erano considerate impossibili e impensabili.
L'occhio bionico, o meglio la protesi retinica, è un impianto biomedicale che ha lo scopo di ripristinare parzialmente una visione utile in persone che hanno perso la vista a causa di una patologia retinica degenerativa come la retinite pigmentosa che danneggia gravemente i fotorecettori dell'occhio. Il sistema di protesi retinica fornisce una stimolazione elettrica della retina per indurre la percezione visiva in soggetti non vedenti. Il sistema si compone di una parte impiantata e di attrezzatura esterna.
E' in grado di bypassare completamente i fotorecettori danneggiati, mentre una mini-videocamera alloggiata negli occhiali del paziente cattura l'immagine. Il video viene inviato a un piccolo computer indossato dal paziente (l'unità di elaborazione video, Vpu), dove viene elaborato e trasformato in istruzioni reinviate agli occhiali attraverso un cavo. Queste istruzioni poi sono trasmesse senza fili ad un'antenna all'interno dell'impianto. I segnali vengono quindi inviati alla matrice di elettrodi, che emette piccoli impulsi elettrici. Questi impulsi stimolano le cellule rimanenti della retina, che trasmettono le informazioni visive lungo il nervo ottico fino al cervello, creando la percezione di motivi luminosi. I pazienti imparano poi a interpretarli.
Seguici sui Social