Linee Guida aggiornate e un sofisticato aspiratore ospedaliero saranno utili a evitare ulteriori casi di contagio come quelli registrati nei mesi scorsi
Novità rasserenanti per i pazienti colpiti da infezione da Mycobacterium chimaera, il patogeno del gruppo dei micobatteri non tubercolari (NTM) che da qualche settimana è sulla bocca di tutti, medici e pazienti, soprattutto nel Nord-Est d’Italia. Come spiegato dall'Osservatorio Malattie Rare, ad essere stati contagiati da questo particolare micobatterio sono stati alcuni soggetti sottoposti a operazioni di cardiochirurgia durante le quali è stato impiegato un macchinario della ditta LivaNova per il riscaldamento/raffreddamento del sangue in circolazione extracorporea (ECMO): secondo le stime, sono 218 i macchinari finiti sotto accusa nel nostro Paese. Veneto ed Emilia-Romagna sono le due regioni principalmente toccate da questa problematica, che le varie USL stanno fronteggiando con estrema serietà.
Il primo passo effettuato è relativo alla promozione di una corretta informazione, un dettaglio non trascurabile di cui si è fatta carico l'AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani), che, sfruttando la collaborazione tra i maggiori esperti del settore in campo clinico e universitario, ha stilato un documento ricco di preziose indicazioni destinate ai colleghi microbiologi di tutta Italia. Come spiega il dott. Claudio Scarparo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Microbiologia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, nonché scopritore del batterio incriminato, le Linee Guida messe a punto dall’AMCLI saranno a disposizione delle 50 microbiologie d’Italia e dei laboratori che ad esse afferiscono.
Il M. chimaera è stato isolato dall’equipe del dott. Scarparo dopo un lungo periodo di studio e confronto dei risultati delle innumerevoli analisi molecolari condotte su ceppi batterici isolati da una dozzina di pazienti affetti da svariate problematiche respiratorie. Proprio la discrepanza dei dati ottenuti ha indotto Scarparo a pensare di non trovarsi in presenza né del M. avium né del M. intracellulare, bensì di un nuovo organismo con caratteristiche ibride che, in forza di ciò, è stato ribattezzato “chimaera”. Come recentemente spiegato dal prof. Giovani Delogu, dell’Istituto di Microbiologia del Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, il M. chimaera è un opportunista, un micobatterio che è solitamente diffuso nel suolo e nelle acque e che ha trovato, in un particolare macchinario ospedaliero, una nicchia ecologica ideale per crescere e svilupparsi. Il chimaera, infatti, è riuscito a contaminare le vasche d’acqua degli strumenti e, attraverso un aerosol creatosi in sala chirurgica, si è rivelato capace di infettare i pazienti attraverso le vie respiratorie.
Per tale ragione, le Unità Sanitarie Locali del Veneto, come la USL 3 Serenissima, si sono attrezzate per risolvere il problema, puntando a far comprendere che cosa sia e come si trasmetta questo organismo. Ma non solo, perché nella USL 2 di Marca è stato adottato anche un macchinario che servirà a monitorare l’aria in sala operatoria, come ben spiegato dal dott. Roberto Rigoli, direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell'Ospedale di Treviso presso il quale è stato installato lo speciale aspiratore. Dal momento che l’autostrada su cui si muove con agilità il M. chimaera è l’aerosol, l’aspiratore funzionerà risucchiando l’aria all'interno della sala operatoria, dove possono essere presenti gli eventuali micobatteri che saranno convogliati direttamente su di una piastra e, successivamente, analizzati in laboratorio. Infatti, nel momento in cui l’acqua delle vasche di riscaldamento/raffreddamento tende a evaporare, il chimaera è in grado di penetrare nell'organismo attraverso le vie aeree del paziente. Grazie a questo speciale aspiratore sarà possibile ridurre le probabilità di contagio, evitando l’insorgenza di una patologia subdola e potenzialmente letale, specie per le categorie di pazienti a maggior rischio, come quelli affetti da bronchiectasie o i soggetti immunocompromessi.
Le tantissime telefonate che hanno rischiato di mandare in tilt i centralini dei reparti del Ca’ Foncello di Treviso e quelli di tanti laboratori d’analisi del triveneto sono l’evidente segnale di preoccupazione da parte dei cittadini, una preoccupazione a cui i responsabili delle USL stanno rispondendo con l’attivazione di un servizio telefonico dedicato, grazie a cui la popolazione può essere adeguatamente informata e rassicurata. Nel frattempo, sono stati eseguiti centinaia di consulti e sottoposti agli esami di accertamento numerosi pazienti potenzialmente esposti al batterio.
Per approfondire l'argomento, leggi anche: “Le 5 cose da sapere sull’infezione da Mycobacterium chimaera”.
In Italia, per i pazienti affetti da malattia polmonare da micobatteri non tubercolari (NTM-LD) è attiva AMANTUM, l’Associazione Malati di NTM.
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