Per chi è affetto dalla malattia di Huntington un supporto potrebbe venire da una dieta arricchita con un particolare trigliceride, la notizia è stata pubblicata nell’ultimo numero dell’European Journal of Human Genetic. Lo studio, francese, è firmato dalla dottoressa Fanny Mochel.
La malattia di Huntington si associa spesso ad un disturbo metabolico che provoca nei malati un grave calo di peso. Il difetto è in quello che viene chiamato il ciclo di Krebs, semplificandoquelle reazioni che permettono a carboidrati, grassi e proteine di scindersi e di essere disponibili per la formazione di energia chimica. Nella malattia di Huntington, ma anche in altre patologie più diffuse, questo ciclo può avere dei difetti. Si interviene dunque con una particolare dieta che viene definita anaplerotica e che è arricchita di triheptanoin, un trigliceride che e spesso utilizzato nei disturbi metabolici.
Gli scienziati guidati della dottoressa Mochel hanno dunque pensato di sperimentarlo, con uno studio clinico a breve termine, su sei malati di Huntington per vedere innanzi tutto se fosse tollerato. Lo studio ha dimostrato che lo è, ma non solo. Dopo 4 giorni di dieta e utilizzo di questa sostanza in due dei sei pazienti uno dei parametri monitorati, cioè il meccanismo di regolazione del Ph del muscolo si era normalizzato mentre in tutti i pazienti è stato rilevato un aumento del siero IGF1 che nei malati di Huntington si presenta solitamente con valori più bassi nella media.
I risultati positivi di questo studio a breve termine e su un campione ristretto mostrano dunque come verso la malattia potrebbe essere utilizzato anche questo approccio, sarebbe dunque utile proseguire su questa strada con ulteriori studi clinici.
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