Chris Bombardier'Zero limiti, anche con l’emofilia'. E’ questo il motto di Chris, un ragazzo del Colorado che il 22 maggio, alle 9.59 di mattina, ha scalato la ‘sua’ vetta più alta: l’Everest. La sfida con se stesso non finisce qui perché lui, appassionato di montagna e di sport estremi, vuole raggiungere il traguardo delle 7 Summits, che vuol dire scalare le vette più alte nei 7 continenti. Ed è quasi a un passo, perché a marzo del 2015 aveva già sormontato il Kilimanjaro (Africa), Aconcagua (Sud America),  Monte Elbrus (Europa), Denali (Nord America) e la Piramide Carstensz (Oceania): il tutto documentato sul suo personale blog e sulla pagina Facebook ‘Adventures of a Hemophiliac’.

Oggi, dopo lo storico risultato raggiunto con il monte Everest (Asia), il ragazzo statunitense riprende il duro allenamento con l’obiettivo di superare anche l’ultima meta, il Monte Vinson (Antartide), e potersi finalmente dichiarare la 232esima persona al mondo ad aver vinto la sfida delle 7 vette, ma l’unica persona emofilica ad averlo fatto.

Chris Bombardier soffre di una forma rara e grave di emofilia: l’emofilia B, patologia causata da un difetto della coagulazione del sangue. La malattia provoca episodi emorragici alle articolazioni e ai muscoli: una condizione che genera anche dolore, ridotta mobilità e danni articolari. Questo non ha però fermato il suo desiderio di vivere una vita piena e soddisfacente. Anzi, la diagnosi della malattia è stata un’occasione per crescere, fare i conti con se stesso e aiutare altre persone meno fortunate di lui. L’impresa, attraverso i canali social, ha fruttato oltre 10.000 sterline in favore di Save One Life, associazione che aiuta le persone emofiliche nei Paesi più svantaggiati.

I post e il blog di Chris Bombardier hanno milioni di condivisioni e altrettanti 'like' e commenti: sono seguiti perché incoraggiano le persone a superare i propri limiti, di qualsiasi natura essi siano. A spiegare questo spirito, le parole rilasciate dal giovane appena raggiunta la vetta della montagna più alta al mondo:

“Per ogni bambino a cui è stato detto di no a causa della sua malattia del sangue.
Per ogni paziente che ha chiesto quando sarà la sua prossima dose di salvavita.
Per ogni famiglia che ha stravolto i suoi piani per colpa dell’emofilia.
Per ogni genitore che va a letto con l’angoscia
di non avere una cura per il proprio figlio.
Per ogni emofilico atleta che attende, in una esitazione silenziosa,
per paura del giudizio.
Per tutti quelli che vogliono superare l'impossibile.
Questa montagna è per voi.”

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