REGNO UNITO - In un articolo recentemente comparso sul "Journal of Clinical Virology", gli esperti del dipartimento di Virologia del Northern General Hospital di Sheffield rispondono a 5 quesiti sull'infezione da citomegalovirus (CMV) in gravidanza, dai test diagnostici alle terapie disponibili.
Come confermare la diagnosi di CMV in gravidanza?
“Sebbene esistano anche altri metodi virologici, la diagnosi sierologica è la più comune nella pratica clinica. Solitamente vengono usati 3 marcatori sierologici: le immunoglobuline IgM e IgG anti CMV e l'avidità delle IgG. Il modo più sicuro per confermare la presenza di un'infezione primaria è la sieroconversione ad anticorpi IgG. La presenza simultanea di IgM e IgG necessita di test di avidità, al fine di distinguere tra le infezioni primarie recenti e meno recenti. Gli anticorpi a bassa avidità possono infatti persistere fino a 18-20 settimane dopo l'infezione primaria”.
Quali altri test sono consigliati?
“Il passo successivo è valutare il rischio di trasmissione del CMV al feto e le potenziali complicazioni. La probabilità di trasmissione varia a seconda dello stadio della gravidanza al momento dell'infezione primaria, circa il 33 per cento dei feti che contraggono l'infezione è sintomatico alla nascita. Dati pubblicati su 248 gravidanze confermano che i tassi di trasmissione del CMV nel primo, secondo e terzo trimestre sono stati rispettivamente di 30,1, 38,2 e 72,2 per cento.”
“Dopo aver discusso i rischi e le implicazioni etiche dei test, ai genitori viene offerta una combinazione di metodi non invasivi, come gli ultrasuoni sequenziali e invasivi, come l'amniocentesi, al fine di determinare la trasmissione e le potenziali conseguenze. Per minimizzare i falsi negativi, l'amniocentesi dovrebbe essere svolta 6-7 settimane dopo l'inizio presunto dell'infezione e dopo le 21 settimane di gravidanza”.
Ci sono interventi terapeutici che possono essere considerati in gravidanza?
“Diversi studi hanno dimostrato i benefici delle immunoglobuline specifiche per il CMV (CMV-IVIG) nella prevenzione del CMV congenito. Alcuni stati europei ne consigliano l'uso nei casi di infezione primaria confermata, soprattutto nel primo trimestre. Tuttavia studi clinici randomizzati sono richiesti per confermarne l'efficacia”.
Sarebbe meglio proporre lo screening per il CMV in gravidanza?
“Otto paesi europei e Israele sottopongono di routine le donne in gravidanza a test per il CMV e questo ha portato a grandi sviluppi nella gestione del CMV. Uno studio inoltre suggerisce che lo screening universale sia la soluzione migliore anche da un punto di vista economico”.
Quanto costerebbe offrire le CMV-IVIG alle madri con infezione fetale confermata?
“Le CMV-IVIG sono costose, tuttavia è stato dimostrato che, grazie alla diminuzione delle conseguenze nei neonati, è una soluzione conveniente anche da un punto di vista economico. Inoltre un'analisi dei costi e dei benefici ha indicato che lo screening universale, unito alla terapia con CMV-IVIG nei casi di infezione fetale confermata, rappresenta la strategia più conveniente. Questo modello tuttavia è valido se la cura porta ad una diminuzione almeno del 47 per cento dei casi”.
Ricordiamo che in Italia il test per l’infezione da citomegalovirus non è obbligatorio. Nonostante il costo del test sia inferiore ai venti euro moltissimi ginecologi italiani NON raccomandano l’esecuzione del test.
Per saperne di più visita la nostra sezione dedicata al CITOMEGALOVIRUS.
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