Ispirata alla storia vera di Giorgia Righi, la pellicola lancia un messaggio positivo sulla possibilità di superare gli ostacoli nonostante la malattia
“Questo film mi dà una grande emozione. Poter vedere la propria vita letteralmente sul grande schermo è qualcosa di inimmaginabile”. Con queste parole Giorgia Righi commenta l’uscita in sala della pellicola “Così volano le farfalle”, del regista Joseph Nenci, che trae ispirazione dalla sua vita. Classe 1998 Giorgia è nata Urbino e oggi vive con la sua famiglia a Gallo di Petriano, una quindicina di chilometri a Nord Ovest della città marchigiana. Giorgia è affetta da atassia di Friedreich, una rara malattia ereditaria dovuta alla degenerazione del midollo spinale e del cervelletto, che determina la perdita dell’uso dei muscoli volontari, necessari anche per camminare e per parlare.
Nonostante le difficoltà dovute alla malattia, Giorgia ha però un carattere solare e determinato. Ama andare ai concerti e si batte per l’accessibilità della cultura anche da parte di chi, come lei, si sposta in carrozzina. E poi fa di tutto per realizzare i suoi sogni: ha ottenuto il brevetto di istruttrice di nuoto, ha scritto un libro autobiografico dal titolo “Vivere volando” e ha un sito dove racconta la sua vita, parla di viaggi, riflette sulla disabilità. “Pur essendo ispirato alla mia storia personale, il film contiene una grande parte di invenzione”, racconta a OMaR. “La sceneggiatrice Antonella Marsili è stata bravissima nello studio e la successiva rappresentazione di tanti episodi e dettagli che girano intorno all’Atassia di Friedreich”.
Il film racconta la storia di Italo, un giornalista sessantenne che non riesce a superare il dolore per la morte della figlia. Lavora poco e male, andare in redazione costituisce un peso e, non a caso, arriva sempre tardi. Messo alle strette dalla sua caporedattrice, è costretto a cercare una bella storia da raccontare. Ed è proprio in questo frangente che in piscina conosce Giorgia, giovane allenatrice di nuoto con il sorriso sempre sulle labbra. Realtà e fantasia, insomma, si intrecciano in una pellicola che aspira a raccontare la malattia con ironia, delicatezza e una buona dose di ottimismo. “Ma la cosa più bella è il film che permette di assaporare anche dall’esterno ciò che avviene in una famiglia colpita dalla patologia”, racconta ancora Giorgia. “Soprattutto, però, c’è la gioia di poter lanciare un messaggio alle tante persone che guarderanno il film: nonostante le difficoltà legate alla malattia, abbiamo comunque la possibilità di decidere come affrontare gli ostacoli. E io ho scelto di volare verso i miei sogni e i miei obiettivi con la leggerezza di una farfalla, riuscendo in questo modo a realizzarli”.
In Italia, i pazienti con atassia di Friedreich e le loro famiglie possono contare sull’Associazione Italiana Sindromi Atassiche (AISA), una delle oltre 400 organizzazioni appartenenti all’Alleanza Malattie Rare. Fondata oltre 40 anni fa, AISA ha l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica sulle atassie, ma svolge anche attività di informazione e supporto alle famiglie nella risoluzione dei problemi derivanti dalla comparsa della malattia.
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