Il carcinoma pancreatico metastatico è destinato a diventare la terza causa principale di morte per cancro in Europa. Offrire quindi un miglior accesso alle terapie per i pazienti che ne sono affetti è una priorità.

Secondo uno studio, realizzato dai ricercatori americani della School of Public Health di Yale e pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, le persone che giornalmente assumono una dose di aspirina al fine di prevenire l'insorgenza di disturbi cardiovascolari, rischiano la metà (rispetto ai pazienti che non assumono il farmaco) di sviluppare cancro al pancreas.
I ricercatori, dopo uno studio durato 4 anni (dal 2005 al 2009) e condotto su 362 pazienti con  tumore al pancreas e 690 persone sane, sono arrivati alla conclusione che il rischio di sviluppare un carcinoma pancreatico era ridotto del 39 per cento in chi prendeva il medicinale a basse dosi (fra 75 e 325 milligrammi al giorno) da sei anni (o meno) e che la protezione saliva al 60 per cento nei pazienti che seguivano la cura da oltre 10 anni.

L'idea è semplice quanto rivoluzionaria: riuscire a scatenare le difese immunitarie per combattere ed eliminare le cellule del cancro. E' il concetto dell'immunoterapia, un filone di ricerca che - come è stato evidenziato all'Asco, il congresso dell'American Society of Clinical Oncology svoltosi a Chicago - è entrato di diritto tra le nuove strategie per combattere i tumori. “Un approccio che potrebbe portare ad una rivoluzione anche nel trattamento dell'adenocarcinoma del pancreas, una delle neoplasie più difficilmente curabili”: a spiegarlo a Daniele Banfi sulle pagine di Tuttoscienze de La Stampa è l’immunologo Francesco Novelli, professore nel Dipartimento Biotecnologie Molecolari e Scienza della salute dell’Università di Torino, da anni impegnato con il suo gruppo nella ricerca di possibili molecole attive contro questa forma di tumore.

Sono stati recentemente pubblicati sulla rivista specializzata Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention i risultati di uno studio caso-controllo secondo cui un un uso abituale di aspirina ridurrebbe significativamente il rischio di sviluppare tumore al pancreas.
Secondo i ricercatori, guidati da Harvey A. Risch, del Department of Chronic Disease Epidemiology della Yale University di New Haven (Connecticut) il rischio sarebbe addirittura dimezzato e i benefici riguarderebbero soprattutto chi fa uso prolungato del farmaco.

Durante il meeting annuale dell’American Society for Microbiology è stato presentato un nuovo test, realizzato dai ricercatori della San Diego State University, che si effettua su campioni di saliva dei pazienti e permetterebbe di nell’identificare con anticipo e con maggiore precisione il tumore al pancreas.
Secondo i ricercatori, infatti, nella bocca di chi soffre di questa patologia sono presenti concentrazioni di specifiche quantità di alcuni particolari batteri, che una volta identificati permettono una diagnosi precoce del tumore.

Il carcinoma pancreatico metastatico è destinato a diventare la terza causa principale di morte per cancro in Europa. Offrire quindi un miglior accesso alle terapie per i pazienti che ne sono affetti è una priorità.
Secondo l'Euro Pancreatic Cancer Index 2014, che ha valutato la situazione relativa alla prevenzione, diagnosi, terapia e cure palliative dei tumori pancreatici in 28 Stati Europei, Norvegia e Svizzera, l’Italia si colloca globalmente al decimo posto per la gestione complessiva del carcinoma pancreatico.

New Link Genetics, società biofarmaceutica americana, ha recentemente annunciato che lo studio di fase III IMPRESS, realizzato al fine di valutare l'efficacia e la sicurezza di algenpantucel-L sarà portato avanti.
Algenpantucel-L è una nuova immunoterapia rivolta ai pazienti con tumore al pancreas sottoposti a resezione chirurgica del tumore e, dopo una prima analisi, un comitato di monitoraggio ne ha raccomandato la prosecuzione senza prevedere modifiche al disegno iniziale.

Osservatorio Malattie Rare: “Senza una decisione di AIFA i pazienti non possono accedere a questa speranza”

A gennaio l’Ema ha approvato l'uso di Abraxane (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) in combinazione con gemcitabina, per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti con adenocarcinoma metastatico del pancreas o carcinoma pancreatico metastatico. Si tratta di un farmaco già noto perché utilizzato nel tumore alla mammella metastatico, che Celgene ha sperimentato con successo anche nel cancro al pancreas metastatico.  In Inghilterra, la notizia è di questi giorni, è arrivata la decisione positiva dell’NHS England’s Cancer Drugs Fund (CDF) che rende questo farmaco immediatamente disponibile ai pazienti. In Italia, invece, il bisogno dei pazienti è ancora insoddisfatto.

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