Al via la campagna di sensibilizzazione promossa da AISF Odv in occasione del 12 maggio, Giornata Mondiale dedicata alla patologia
Bologna - Roberta Guzzardi, Elena Tersicore Triolo, Cinzia Zenocchini, Ilaria Urbinati e Maria Martini. Sono questi i nomi delle 5 giovani donne che metteranno la loro arte al servizio della campagna di sensibilizzazione “Fibro...che? Diamo un volto alla fibromialgia”, promossa dall’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (AISF Odv) con il contributo non condizionato di Alfasigma. Un’iniziativa che si pone l’obiettivo di far conoscere la fibromialgia, una patologia ancora troppo poco nota e spesso mal interpretata, promuovendone la consapevolezza medico-scientifica e al contempo rappresentando l’aspetto emotivo e psicologico del vissuto dei pazienti attraverso i disegni delle illustratrici.
Il 12 maggio ricorre la Giornata Mondiale della Fibromialgia e, per l’occasione, ognuna delle illustratrici pubblicherà sulla sua pagina Instagram, la propria rappresentazione della patologia. Con tratti, stili, colori e impostazioni grafiche molto differenti tra loro, queste cinque ragazze mostreranno le diverse sfaccettature di una sindrome di cui, si stima, soffrano circa 2 milioni di italiani, in particolare donne, spesso non diagnosticate. Il 12 maggio è anche la Giornata Internazionale degli Infermieri e delle Infermiere e la data non è casuale perché in questo giorno del 1820 nacque Florence Nightingale, oggi considerata la fondatrice delle scienze infermieristiche. Nightingale, - scomparsa a Londra nel 1910, dopo avere instituito una scuola per infermieri che esiste ancora oggi - soffrì molto probabilmente di fibromialgia. Nella sua vita studiò con un approccio scientifico e trasformò il lavoro infermieristico, abbattendo le percentuali di morti tra i ricoverati durante la guerra di Crimea, dove tra l’altro conquistò il celebre soprannome di “ragazza con la lampada”.
La complessità della sindrome fibromialgica e la difficoltà della diagnosi
La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata da svariati sintomi, tra i quali, in particolare, dolore muscolo-scheletrico, fatica cronica, disturbi del sonno, alterazioni neuro-cognitive. Le conseguenze sulla qualità di vita del paziente sono perciò notevoli. “I pazienti fibromialgici molto spesso non sono compresi e considerati, non solo da alcuni medici, ma anche dai propri familiari e da chi sta loro accanto”, sottolinea Giuseppina Fabio, vicepresidente di AISF Odv e paziente. “Tante volte perdiamo il lavoro, perché siamo senza tutele e questo, di conseguenza, ci porta a perdere anche la nostra dignità. Perché con una malattia come la fibromialgia, non sai più cosa potrai ancora fare, come e con quali sacrifici. La malattia si impossessa del corpo e della testa e, se non è accettata e compresa, ti distrugge”.
Oltre al notevole impatto sulla vita quotidiana, la sindrome fibromialgica è anche parecchio difficile da diagnosticare e spesso i pazienti si devono recare da numerosi specialisti, impiegando molto tempo e denaro. “La diagnosi è difficile perché manca un criterio biochimico o un esame di imaging efficace: bisogna ascoltare il paziente, raccogliere la sua storia clinica in relazione ai sintomi e valutare una diagnosi differenziale”, specifica Piercarlo Sarzi Puttini, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano e Presidente AISF Odv. “Inoltre, per questa patologia, non è efficace il modello paternalistico in cui il medico fornisce la diagnosi e la terapia, senza spiegare niente al paziente. Questo va bene con la polmonite o altre forme acute. Lo specialista deve trasformare l’informazione passiva nell’educazione alla self-efficacy. Il paziente diventa esso stesso un combattente e sviluppa un percorso di autoefficacia”.
La campagna #diamounvoltoallafibromialgia
Nella campagna “Fibro...che? Diamo un volto alla fibromialgia”, la patologia viene raccontata attraverso le immagini, che catturano aspetti nascosti e che provano a trasferire cosa prova chi ne soffre, oltre a dare 'volti' e colori a una patologia ancora troppo poco nota. Roberta Guzzardi, Maria Martini, Elena Tersicore Triolo, Ilaria Urbinati e Cinzia Zenocchini, non solo sono giovani illustratrici di successo, ma sono anche molto note sulle piattaforme social e fungeranno da influencer verso un pubblico verosimilmente non ancora correttamente informato sulla sindrome fibromialgica.
"Solo un terzo degli italiani, secondo la nostra indagine, conosce la fibromialgia, e solo uno su 10 ne dà una descrizione appropriata", spiega Livio Gigliuto, vicepresidente di Istituto Piepoli. “È prevalentemente conosciuta come malattia che “dà forti dolori” o “che colpisce” i muscoli. Tra coloro che la conoscono di più, c’è però una forte differenza di genere: sono in particolare le donne, con una prevalenza del 37 per cento rispetto al 25 per cento degli uomini, e soprattutto quelle dai 34 ai 45 anni e con titolo di studio alto a conoscere la malattia. Solo un uomo su quattro, infatti, sa cosa è la fibromialgia, e il livello di conoscenza crolla tra gli over 54 e i meno scolarizzati.
Oltre alla condivisione dell’iniziativa sui social da parte delle cinque illustratrici, attraverso l’hashtag #diamounvoltoallafibromialgia, la campagna di sensibilizzazione prevede la disseminazione per tutto il mese di maggio di una serie di infografiche che sintetizzano visivamente i numeri e le informazioni di base sulla patologia. Sulla piattaforma web dell’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica saranno raccolti tutti i contenuti: i disegni delle giovani illustratrici e le sezioni informative sulla patologia, la sintomatologia, la gestione terapeutica e i numeri dell’indagine Piepoli sulla carenza di conoscenza da parte della popolazione.
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