Boehringer Ingelheim ha presentato, al 64° Congresso Annuale dell’Associazione Americana per lo Studio sulle Malattie del Fegato (AASLD), i risultati preliminari dello studio di fase II sui farmaci sviluppati in collaborazione con Presidio Pharmaceuticals e rivolti al trattamento dell'epatite C.
Come riportato da Pharmastar, lo studio ha dimostrato che tutti i pazienti (13/13), alla quarta settimana di osservazione dopo il trattamento di 12 settimane con faldaprevir, deleobuvir, PPI-668 e ribavirina, avevano carica virale non rilevabile.


Inoltre, il 100% dei pazienti (12/12) trattati con i tre farmaci sperimentali senza ribavirina, dopo 4 settimane di trattamento hanno mostrato livelli del virus dell’epatite C (HCV) al di sotto del limite inferiore di quantificazione, associati ad una sicurezza e tollerabilità che sembrano essere migliori in questo braccio rispetto a quelli trattati con ribavirina.

Queste sono state le parole del Professor Klaus Dugi, Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim: “Questi risultati preliminari vanno ad aggiungersi al crescente insieme di evidenze a favore di faldaprevir, come terapia efficace per una vasta popolazione di pazienti con epatite C di genotipo 1, compresi quelli più difficili da trattare. Lo studio è ancora all’inizio, ma questi primi risultati appaiono promettenti. Questi dati dimostrano ancora una volta le potenzialità di faldaprevir come farmaco da associare nei regimi senza interferone. Il nostro programma di studi HCVerso, che indaga faldaprevir, deleobuvir e ribavirina senza interferone, è attualmente in Fase III. Attendiamo con grande fiducia i risultati finali dei due studi, previsti per il secondo trimestre del prossimo anno.”

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