Giovanni Bussi, questo il nome del giovane scienziato, è stato finanziato con 500mila euro dal Miur

Si chiama Giovanni Bussi, ha 34 anni, ed è uno dei giovani cervelli che nonostante un contratto non ancora stabile non solo ha scelto di rimanere in Italia – nello specifico alla SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste) - ma è anche riuscito ad ottenere un cospicuo finanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca per i suoi studi. La cifra di 500 mila euro, ottenuta vincendo il bando Firb, servirà per portare avanti un progetto di ricerca finalizzato a comprendere meglio una delle molecole più affascinanti per la scienza attuale, l’RNA o acido ribonucleico. Lo studio naturalmente ha un obiettivo chiaro che potrebbe – si spera – avere nel tempo importanti ricadute a livello clinico: quello di capire il funzionamento dell’RNa nella replicazione di alcuni virus, in particolare in quello dell’Epatite C, per poter poi trovare dei meccanismi capaci di interromperlo. L'Epatite C naturalmente non è una malattia rara, piuttosto una malattia causata da un infezione cronica.

“Sono molto soddisfatto per questo finanziamento assegnato a Giovanni grazie al bando Firb, con cui il Miur si impegna a sostenere i giovani ricercatori di talento. È un’ulteriore conferma dell’ottima qualità della ricerca scientifica alla Sissa e dell’altissimo livello dei giovani che abbiamo reclutato per lavorare da noi. Un solo rammarico: a causa del blocco del turn over, ancora non siamo riusciti a stabilizzare la sua posizione nello staff permanente della scuola” ha commentato il direttore Guido Martinelli.

Il progetto
L'acido ribonucleico (RNA) è una delle molecole più affascinanti nelle scienze della vita e sta assumendo un’enorme importanza nel campo della biologia molecolare per le diverse funzioni biologiche cui assolve. Come il DNA, suo cugino più famoso, l’RNA  è in grado di trasmettere e memorizzare le informazioni genetiche (RNA messaggero e RNA virale) mentre, analogamente alle proteine, può catalizzare reazioni chimiche. Inoltre trasporta direttamente il genoma dei virus - tra cui l'HIV, l'epatite, la dengue e l'influenza - e ha un ruolo cruciale nella regolazione dell'espressione genica.

Obiettivo di Giovanni Bussi è studiare, grazie alle simulazioni al computer, piccole molecole di RNA e in particolare due processi che sono cruciali per capirne le funzioni e il suo metabolismo: l’interazioni RNA-elicasi e l’azione dei riboswitch, o riboregolatori.

Le elicasi
sono enzimi in grado di rompere la struttura a doppia elica dell’RNA consentendo così il trasferimento delle informazioni genetiche. “L’interazione tra l’RNA e le elicasi è cruciale per esempio per la replicazione del virus dell’epatite C – precisa Bussi -. In questo caso, infatti, l’informazione genetica del virus è contenuta nell’RNA e il ruolo dell’elicasi è quello di srotolare l’RNA virale, permettendo così al virus di replicarsi all'interno dell'organismo ospite. Comprendere questo meccanismo potrebbe permettere lo sviluppo di nuovi antivirali, farmaci in grado di bloccare l’azione dell’elicasi e quindi la copia del materiale genetico virale”.

I riboswitch sono invece piccole porzioni di RNA messaggero che regolano l'attività genica controllando come viene trasportato il corredo genetico dal DNA alle proteine. Questi riboregolatori hanno la capacità di riconoscere la presenza di altre molecole nella cellula e, cambiando conformazione, di inibire la trascrizione di un gene o la sintesi di una proteina. Per esempio i batteri utilizzano questo meccanismo per controllare la quantità di vitamina B12 presente nella cellula: se in eccesso, un riboswitch “spegne” il gene che la produce. “In altre parole – spiega Bussi - i riboregolatori, cambiando forma, inceppano in maniera controllata l’ingranaggio che trasmette le informazioni genetiche. Si tratta di un meccanismo di controllo molto primitivo, che viene utilizzato soprattutto da organismi semplici come i batteri. Per questo, capire come agiscono può essere determinante per lo sviluppo di farmaci antibatterici capaci di ingannare i riboswitch delle cellule batteriche compromettendone il funzionamento”.   
Giovanni Bussi
Classe 1977, Giovanni Bussi dal 2009 è ricercatore a tempo determinato della Sissa di Trieste. Laurea in Fisica all’Università di Modena e Reggio Emilia, nello stesso ateneo ha conseguito il dottorato di ricerca sotto la supervisione della professoressa Elisa Molinari. Si è poi trasferito al Politecnico Federale di Zurigo, dove per tre anni ha lavorato nel gruppo del professor Michele Parrinello. Alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati lavora sulla simulazione al computer degli acidi nucleici. La sua ricerca è ora focalizzata sullo studio del comportamento dell’RNA. La sua attività di ricerca ha portato finora alla pubblicazione di 35 lavori su riviste internazionali, raccogliendo oltre 920 citazioni

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