Diagnosi precoce con la risonanza magnetica: ecco il  mezzo di contrasto tessuto-specifico che individua lesioni anche millimetriche

Un nuovo mezzo di contrasto tessuto-specifico che segnala anche la più piccola traccia di endometriosi con la risonanza magnetica nucleare.
Anni di ricerca scientifica della Fondazione Italiana Endometriosi  hanno portato ad una recente scoperta. I ricercatori, diretti dal  professore Pietro Giulio Signorile, scienziato della materia, hanno compiuto uno studio approfondito partendo dalla presenza dell'ormone anti-mulleriano (Amh) nel nostro corpo.

“La prima parte della nostra ricerca – spiega Signorile -  ha evidenziato che l'Amh era distribuito in molti organi, sebbene con diverse localizzazioni in cellule e tessuti e vari livelli di espressione. Ma soprattutto abbiamo dimostrato una forte e specifica espressione dell'Amh nel tessuto endometriosico.
L’AMH, legato con il gadolinio si deposita nei tessuti endometriosici e permette di rilevare all’esame della risonanza magnetica nucleare anche le più piccole lesioni endometriosiche della malattia connettivo-stromale profonda”.
L'Amh è presente già dal feto, nelle cellule ovariche sviluppandosi intorno alla trentaduesima settimana e in effetti i livelli di questo ormone sono considerati un buon indicatore per le donne, sia per la riserva ovarica che per indicare l'inizio della menopausa. L'ormone aumenta in caso di policistosi ovarica ed è prodotto dalle cellule dell’endometriosi.

I ricercatori della Fondazione italiana, nello studio dal titolo “A TISSUE SPECIFIC  MAGNETIC RESONANCE CONTRAST  AGENT, Gd-AMH, For Diagnosis of Stromal Endometriosis Lesions”: A PHASE I STUDY, pubb. “Journal of Cellular Physiology volume 230, ISSUE 6, pages 1270-1275, June 2015, hanno dimostrato che legando l'Amh al gladolinio, comunemente usato come mezzo di contrasto diagnostico,  l'immagine della malattia nella risonanza magnetica viene potenziata, evidenziando anche le lesioni più piccole nei tessuti e in tutti gli organi che ne sono stati intaccati.

Questo studio, che viene subito dopo l'ultima scoperta della Fondazione endometriosi, ossia il test del sangue che grazie a un marker specifico individua la presenza della malattia nella donna, segna un'altra pietra miliare nella ricerca sull'endometriosi e costituisce un aiuto concreto per migliaia di donne che non hanno mai certezza sulla diagnosi, fino all'intervento.

La malattia dell'endometriosi, infatti, è tanto insidiosa quanto difficile da diagnosticare. Per una diagnosi completa, c'è bisogno di ricorrere alla chirurgia. Solo così i medici possono apprezzarne la reale entità e poi rimuoverla. Ma i tessuti di endometrio in eccesso che sono causa di dolori lancinanti e spesso anche di infertilità, possono essere anche millimetrici o localizzati in organi distanti dall'utero, come i polmoni o la colonna vertebrale. Dunque la risonanza magnetica ha sì un ruolo fondamentale nella diagnosi della malattia, ma attualmente non è esaustiva per la diagnosi di endometriosi connettivale stromale. Tale scoperta consentirà una esaustiva diagnosi con la risonanza magnetica al fine di consentire la completa asportazione della malattia, un accurato monitoraggio della malattia e una precisa diagnosi delle eventuali recidive.
Fino a ieri. Perché la ricerca è andata avanti e grazie a una semplice risonanza il medico avrà finalmente una diagnosi precisa della localizzazione e della entità delle cellule malate.

Cos'è l'endometriosi.
L'endometriosi è la presenza di tessuto simile all'endometrio (che ricopre la cavità interna dell'utero) fuori dalla cavità uterina. Colpisce il 10% delle donne in età riproduttiva (ma si arriva anche al 30-50% nelle donne in età fertile e di quelle affette da problemi pelvici e infertilità). Spesso è infatti causa di infertilità e richiede trattamenti medici e chirurgici estesi, con relativi costi e rischi.

E’ una malattia quasi sempre dell’età feconda e delle giovani donne e spesso sottovalutata.
Si verifica eccezionalmente prima della pubertà e tende a regredire nella menopausa. La sintomatologia inizia qualche giorno prima del flusso mestruale e tende ad accentuarsi in seguito, soprattutto alla fine della mestruazione.
Un altro dei sintomi che insieme alla dismenorrea, emicrania, ed alle algie pelviche croniche è abbastanza caratteristico dell’endometriosi è la dispareunia profonda (dolore nei rapporti sessuali), non orifiziale, che si riscontra in circa il 40% dei casi.

La Fondazione Italiana Endometriosi, sviluppa ricerca sulla malattia con progetti finalizzati alla scoperta di test di diagnostica precoce, terapie e ricerca degli effetti degli “endocrine disruptors” (sostanze chimiche inquinanti) sulla endometriosi. La Fondazione ha inoltre ha il preciso scopo di implementare la ricerca su questa malattia, che attualmente ha fondi destinati, nel mondo, circa 200 volte inferiori ad altre malattie croniche.
L’obiettivo è quello di aiutare a sostenere le donne, diffondere informazioni sull’endometriosi, seguire le pazienti nel loro percorso di cura, aiutare lo sviluppo degli studi e delle ricerche sul fenomeno.
Tutti i riferimenti su http://www.endometriosi.it.

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