E’ stata l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a stabilire che bevacizumab (farmaco commercializzato con il nome Avastin) è indispensabile per la vista in condizioni di danno della macula.
L’Oms ha quindi tolto dall’imbarazzo AIFA e la Società Oftalmologica Italiana (SOI), che non riuscivano ad accordarsi sulla scelta tra bevacizumab e ranibizumab (meglio conosciuto come Lucentis), come terapia di prima linea per la maculopatia.

Con il termine di “maculopatie” ci si riferisce alle patologie a carico della macula dell’occhio, zona della retina che serve alla visione centrale distinta.
Le cause dell’insorgenza di questi disturbi sono molteplici ma l’età avanzata è certamente causa di una delle forme più comuni: la Degenerazione Maculare Senile.

Ed è proprio a questo proposito che è arrivato il parere dell’OMS che considera l’Avastin l’unico farmaco anti-VEGF (Vascular endothelial growth factor ) indispensabile nell’assistenza sanitaria.

A pesare sulla scelta anche una questione di costi: ranibizumab è  notevolmente più caro rispetto a bevacizumab, questo rischiava di mettere in seria difficoltà gli ospedali pubblici nel garantire un adeguato intervento terapeutico.

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