UK - Le donne affette dalla malattia di Alzheimer mostrano un declino cognitivo più rapido rispetto a quello degli uomini. Lo sostiene uno studio condotto all’Università di Hertfordshire (Regno Unito), recentemente pubblicato sul Journal of Clinical and Experimental Neuropsychology.

La ricerca, condotta dal prof. Keith Laws e il suo team, rileva che gli uomini con Alzheimer hanno ottenuto risultati significativamente migliori rispetto alle donne in alcuni test che prendono in esame le funzionalità di 5 aree cognitive. In particolare la capacità verbale peggiora molto più velocemente nelle donne che negli uomini.

Il team medico ha realizzato una meta-analisi considerando i dati provenienti da quindi studi neurocognitivi già pubblicati. “Le spiegazioni possibili sono diverse – spiega Laws – potrebbe trattarsi dell’influenza degli ormoni, forse la perdita di estrogeni, o forse i maschi riescono a proteggere meglio le proprie facoltà cognitive. Saranno in ogni caso necessari altri studi per comprendere la motivazione di tale disparità tra i sessi.”

Un’ulteriore analisi dei dati disponibili ha anche mostrato che età, livello di istruzione e fattori ambientali non sono sufficienti per spiegare la differenza di progressione della malattia nei due sessi.

 

Alzheimer, le donne peggiorano più in fretta degli uomini

UK - Le donne affette dalla malattia di Alzheimer mostrano un declino cognitivo più rapido rispetto a quello degli uomini. Lo sostiene uno studio condotto all’Università di Hertfordshire (Regno Unito), recentemente pubblicato sul Journal of Clinical and Experimental Neuropsychology http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13803395.2012.712676.

La ricerca, condotta dal prof. Keith Laws e il suo team, rileva che gli uomini con Alzheimer hanno ottenuto risultati significativamente migliori rispetto alle donne in alcuni test che prendono in esame le funzionalità di 5 aree cognitive. In particolare la capacità verbale peggiora molto più velocemente nelle donne che negli uomini.

Il team medico ha realizzato una meta-analisi considerando i dati provenienti da quindi studi neurocognitivi già pubblicati. “Le spiegazioni possibili sono diverse – spiega Laws – potrebbe trattarsi dell’influenza degli ormoni, forse la perdita di estrogeni, o forse i maschi riescono a proteggere meglio le proprie facoltà cognitive. Saranno in ogni caso necessari altri studi per comprendere la motivazione di tale disparità tra i sessi.”

Un’ulteriore analisi dei dati disponibili ha anche mostrato che età, livello di istruzione e fattori ambientali non sono sufficienti per spiegare la differenza di progressione della malattia nei due sessi.

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