Malattia renale cronica e alimentazione

Una dieta adeguata è fondamentale per ridurre al massimo il ricorso alla dialisi in attesa del trapianto di rene, soprattutto nei pazienti più piccoli

Immaginate di dover andare in ospedale circa tre volte alla settimana ed essere collegati a un macchinario che estrae il sangue dal vostro corpo per ripulirlo delle scorie e dei residui che i reni malati non riescono a filtrare. È la procedura di emodialisi a cui sono sottoposte le persone affette da una malattia renale cronica allo stadio avanzato: in Italia si stima che oltre 4 milioni di persone ne siano affette e, di queste, circa 30mila sono ragazzi e ragazze di età inferiore ai 18 anni. Ma l’aspetto più preoccupante è che circa 150 di essi sono in dialisi cronica e approssimativamente 60-80 sono quelli che annualmente vengono trapiantati di rene. L’impatto di una malattia renale può essere devastante, ed è perciò essenziale affrontarla con soluzioni che, soprattutto nei pazienti più piccoli, risparmino il più possibile la procedura della dialisi in attesa del trapianto di rene. E il punto di partenza, ancora una volta, è una corretta alimentazione.

Manifesto Futurista delle Malattie Reumatologiche

Formazione dei medici, inserimento dei test genetici nei LEA e istituzionalizzazione del ruolo delle associazioni sono alcune delle priorità evidenziate nel documento

Roma - Presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute, è stato presentato nei giorni scorsi il "Manifesto Futurista delle Malattie Reumatologiche", un documento innovativo elaborato dalla Comunità di pratica di Rheuma Care Academy (RCA) con il contributo metodologico del Professor Poli, ordinario della prima cattedra UNESCO sui Sistemi Anticipanti e direttore del Master in Previsione Sociale all'Università di Trento, e con il supporto di Skopìa, società di formazione e di consulenza nata come start up dell’Ateneo.

Giornata mondiale ictus

Per l’edizione 2024 lo slogan è #PiuFortidellIctus

Dalle persone colpite da ictus che lavorano ogni giorno per riprendere in mano la propria vita ai caregiver che li assistono e li supportano, dai team sanitari che corrono contro il tempo per salvare vite umane agli specialisti della riabilitazione che fanno muovere le persone un passo alla volta: la lotta all’ictus cerebrale deve essere vista come un gioco di squadra perché insieme siamo #PiuFortidellIctus (#GreaterThanSktroke).

65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia

Il punto sulla gestione della patologia al 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia (SIN)

Roma - SIN e Ministero della Salute insieme per un PPDTA (Percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale) della malattia renale cronica (MRC), patologia che rappresenta una priorità per la salute pubblica per rilevanza epidemiologica, gravità, peso assistenziale ed economico. Novità terapeutiche per rallentare la progressione del danno renale, verso una cura della MRC. Nuove opportunità di salute, tra sfide e prospettive aperte dallo xenotrapianto, e capisaldi della nefrologia italiana nella gestione dei pazienti nefropatici, con particolare attenzione al delicato equilibrio danno renale e gravidanza. E, ancora, dialisi peritoneale ed emodialisi a confronto: tutte le risposte nel report ALTEMS. Queste alcune delle novità presentate oggi in apertura del 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia, in programma dal 16 al 19 ottobre a Riccione.

Pacemaker bicamerale per malattie cardiache

Presentato durante l’evento “La cardiologia che batte al ritmo del futuro”, il device offre nuove speranze a migliaia di pazienti

Dal pacemaker tradizionale, visibile, con i cateteri, un po’ invasivo e limitante, si è passati a quello senza fili, ma con il grosso limite di non poter sincronizzare entrambe le camere cardiache. Oggi, in ambito cardiologico, la tecnologia ha fatto un passo in più: un pacemaker leadless (senza cateteri) bicamerale. Si chiama AVEIR DR, è prodotto da Abbott ed è il primo al mondo. Questo dispositivo all'avanguardia promette di trasformare radicalmente l'approccio al trattamento delle bradiaritmie, offrendo nuove speranze a migliaia di pazienti. Il dispositivo è circa dieci volte più piccolo di un pacemaker tradizionale, meno di una batteria AAA. Appena certificato in Europa (Certificato CE, 3 giugno 2024, Organismo notificato 0123), sono già stati eseguiti i primi impianti in Italia.

Malattie del cuore - Intervista al prof. Condorelli

Intervista al Prof. Gianluigi Condorelli, Direttore Dipartimento Cardiovascolare Humanitas (Milano)

Le malattie cardiache sono tra le principali cause di morte nel mondo occidentale. E in oltre il 50% dei casi potrebbero essere evitabili. Sono considerate patologie complesse e multifattoriali, sono il risultato di un'interazione intricata tra il nostro patrimonio genetico e l'ambiente in cui viviamo. Fattori come l'alimentazione, il fumo, la qualità del sonno e l'ambiente circostante giocano un ruolo cruciale nel loro sviluppo. Anche se una persona può avere una predisposizione genetica a queste malattie, uno stile di vita sano può significativamente ridurre il rischio di svilupparle. Ne abbiamo parlato con il Professor Gianluigi Condorelli, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’ospedale Humanitas di Rozzano (Mi).

Pacemaker senza fili per malattie cardiache

Intervista al Prof. Antonio Curnis (Ospedali Civili di Brescia)

Se c’è un settore in cui le tecnologie stanno facendo passi in avanti vertiginosi è proprio quello della cardiologia interventistica. Tra le innovazioni più significative degli ultimi anni, i pacemaker leadless – senza uso dei cateteri – stanno emergendo come una soluzione promettente per molti pazienti con disturbi del ritmo cardiaco. E se fino a poco tempo fa erano disponibili in versione monocamerale, da poco questi dispositivi consentono anche la stimolazione bicamerale (sia per l’atrio, sia per il ventricolo). I vantaggi sono molti: procedure meno invasive, minor rischio di infezioni, sono invisibili. Unico svantaggio? Costano molto. Ecco perché al momento non possono essere impiantati in tutti i soggetti che potrebbero beneficiarne. Ne abbiamo parlato con il Professor Antonio Curnis, Primario di cardiologia agli Ospedali Civili di Brescia, uno dei centri di eccellenza in Italia e in Europa per questo tipo di interventi.

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