Katia Moletta, presidente dell’associazione Sanfilippo Fighters, ha reinterpretato il classico Disney “I sogni son desideri” per dare speranza alle famiglie
A volte per dire quello che senti ci vuole una canzone. Era questo il pensiero di Katia Moletta, presidente dell’Associazione di volontariato Sanfilippo Fighters e madre di Francesco, un bambino di quasi nove anni con la mucopolisaccaridosi di tipo III, una malattia molto rara più nota come sindrome di Sanfilippo.
Katia ama molto la musica e, quando è a casa, le piace cantare: anzi, come la Cenerentola di Walt Disney, accompagna con il canto le faccende domestiche. Poi un giorno, durante il primo lockdown del 2020, ha un’intuizione: perché non ispirarsi proprio alla canzone di Cenerentola, “I sogni son desideri” per scrivere un nuovo brano in grado di trasmettere ciò che sente meglio di qualsiasi parola? “È stato un periodo molto duro – racconta al telefono –. Avevamo cominciato a costruire l’associazione, ma a casa le cose erano difficili. Francesco aveva invertito il giorno con la notte e io mio marito eravamo costretti a fare i turni per riuscire a dormire qualche ora. Così, mentre rassettavo, ho capito: dovevo inviare un messaggio attraverso una canzone popolare, che tutti conoscono. Come Cenerentola, anche io volevo dire al mondo: se ci credi fermamente, il tuo sogno diventerà realtà”.
A quel punto Katia decide di rivolgersi a Giorgio Buttazzo, il presidente dell’associazione “One step up – Un passo avanti, un passo alla volta” con base nel suo stesso comune, Cittadella di Padova. “Giorgio è un musicista professionista, che da tempo lavora con un gruppo di ragazzi con disabilità con i quali ha creato anche il gruppo musicale ‘I gabbiani’ – racconta –. Lui si è detto subito disponibile ad aiutarmi a veicolare il mio messaggio e così ho scritto la prima bozza sui cui poi abbiamo lavorato insieme”. Il risultato è un brano musicale che rielabora in chiave rap la nota canzone di Cenerentola. S’intitola “La cura arriverà” e la protagonista naturalmente è la Sindrome di Sanfilippo, quella “rara malattia nascosta dentro ai geni di chi va per la sua via”: una “nera compagnia”, un gene difettoso, che vuol portar via l’anima di quei ragazzi che vivono e soffrono in silenzio. Ma la canzone è anche un inno alla speranza e alla fiducia nella scienza affinché, grazie alla ricerca, possa riuscire finalmente a riparare i danni provocati da un “enzima che non c’è”. “Non è solo una canzone per raccogliere fondi per la ricerca – commenta Katia –. È soprattutto una canzone di famiglia, che ci ha aiutato a superare un periodo buio e difficile. La parte rap è interpretata dal Jacopo, il maggiore dei miei tre figli che ora ha 13 anni, poi ci sono io che canto il ritornello e mio marito Alessio che si unisce al coro”.
Tempo dopo, quando Katia viene a sapere che il tema dell’edizione 2022 del concorso artistico “Il volo di Pegaso”, promosso dal Centro malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, è la favola, lo prende come un segno. Si iscrive senza pensarci, fino a che alla fine di febbraio apprende quasi per caso di essere la vincitrice della sezione dedicata all’interpretazione musicale. “E ora spero solo che la canzone arrivi alle orecchie delle persone giuste: non solo per sostenere la ricerca attraverso la raccolta fondi, ma anche e soprattutto per cercare una strada concretamente percorribile per quanto riguarda cura della malattia”.
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